MAPPA DEI PUSH-BACK – PIATTAFORMA PER LA DOCUMENTAZIONE DELLA VIOLENZA NEI CONFINI EUROPEI
Questa mappa documenta e denuncia la violenza sistematica e i push-back nei confini interni, esterni e esternalizzati della Unione Europea. Offre uno spazio per visualizzare la natura sistematica ed istituzionalizzata dei push-back condotto e condonato dalle autorità. Questa violenza si svolge all’interno del contesto più ampio della Unione Europea, le crescente politiche xenofobe, militarizzazione, cartolarizzazione, e l’uso di misure dissuasive. L’implementazione di questa violenza strutturale è in grande parte esternalizzata al di là delle frontiere dell’Unione Europea. I push-back sono una tecnica sistematica usata per eliminare i movimenti attraverso il confine, come prova l’incremento di push-back durante e dopo la chiusura graduale del corridoio balcanico. Con questa mappa cerchiamo di aumentare la visibilità delle pratiche sistematiche di espulsione, e mostrare le violazione di diritti umani e dignità risultanti di questa pratica, negazioni di protezione (internazionale), e le violenze fisiche e psicologiche, le molestie e le morti. La mappatura di queste pratiche cominciò con la chiusura del corridoio balcanico in marzo del 2016.
Il progetto di mappare sorge di diversi gruppi ed individui che documentano e neutralizzano i push-back e la violenza nei confini interni ed esterni (anche esternalizzati) dell’ Unione Europea. Sebbene questa mappa è stata iniziata per gruppi e persone attive principalmente nel ex-corridoio balcanico, non è limitata geograficamente, perché i push-back e la violenza nei confini sono un fenomeno globale. La mappa è uno strumento inclusivo e aperto per le persone prese di mira, testimoniando e contrastando i push-back per poter raccogliere e centralizzare le prove. La storia dei push-back è la storia della resistenza con cambiamenti legali di successo , lotte attiviste e movimenti inarrestabili attraverso i confini, per tutto questo, questa mappa cerca di documentare la lotta continuata delle persone in movimento e spera di spingere alle persone a denunciare i push-back che hanno vissuto o di cui hanno avuto testimonio. In questo modo cerchiamo non solo di agire contro e denunciare i push-back, ma anche cerchiamo di appoggiare il diritto a una circolazione libera e sicura attraverso i confini di modo a fruire una vita con dignità.
COSA INTENDIAMO PER “PUSH-BACKS”
Il termino “push-back” significa che le persone sono espulsate poco dopo la sua entrata nel territorio di un paese, senza la possibilità di cominciare il procedimento amministrativo per rimanere, l’accesso ai meccanismi di protezione internazionale, a spiegare loro circostanze o di opporsi al loro trattamento. I push-back sono espulsioni, deportazione dirette riammissioni, o altre forme di devoluzioni immediate e involontarie attraverso le frontiere di uno o vari stati. Secondo il quadro normativo in vigore, queste azioni di spostamenti forzati possono essere legalizzate tramite il diritto nazionale, pratiche semi-formalizzate o informali. Continuano a mettere in pericolo a quelli che cercano di attraversare i confini.
Le deportazioni accadute sotto il Regolamento di Dublino eccedono l’oggetto di questa mappa, perché vengono eseguiti dopo di che il procedimento di protezione internazionale sia stato amministrativamente cominciato.